La questione dei diritti civili non può essere secondaria

Per impedire che la legge già approvata dalla Camera che punisce l’omotransfobia sia definitivamente approvata anche al Senato, in questi giorni stanno intervenendo i leader di Lega e Fratelli d’Italia utilizzando argomenti che nulla hanno a che fare col merito del disegno di legge.

La tesi sostenuta, buon ultimo anche dal Presidente della Commissione Giustizia del Senato Ostellari, che dovrebbe invece avere un ruolo di garanzia, è quella che ci sarebbero problemi più importanti da affrontare e che non interessa agli italiani tutelare le persone LGBT.
In realtà, per questo è ancora più importante che da mercoledì si inizi a discutere del provvedimento.
La questione dei diritti civili non può essere secondaria per nessun Governo e tanto meno per il Parlamento e sarebbe grave se fosse davvero divisiva.
Di questo stiamo discutendo.
Matteo Salvini ha incontrato negli scorsi giorni i leader di Ungheria e Polonia, annunciando la costruzione di un Gruppo e di un percorso comune.
Se la Lega condivide le posizioni retrive sui diritti civili di quei due leader politici esca dall’ambiguità e lo ammetta.
Se condivide la scelta di Orban di cambiare la Costituzione per cancellare le coppie omosessuali o la scelta dei polacchi di istituire “zone gay free”, lo dica e motivi così la contrarietà alla legge Zan, non ricorrendo ad argomenti inesistenti come la non importanza del tema o la inventata introduzione di reati di opinione.
Insomma, nell’Europa che sceglie di fare dei diritti civili una priorità fondamentale, su questo non ci possono essere ambiguità.
O si sta con Orban e Morawiecki o con chi difende e afferma i diritti civili.
La Lega chiarisca e non abbia paura di affrontare la discussione in Commissione Giustizia.

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© Franco Mirabelli
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