I bambini discriminati a Lodi

Il Tribunale di Milano ha accertato la condotta discriminatoria del Comune di Lodi che pretendeva dalle persone non comunitarie di produrre documenti nei Paesi di origine per potere accedere ai servizi scolastici a domanda individuale.
Il Tribunale ha ordinato al Comune di Lodi di modificare il Regolamento per consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda di accesso ai servizi alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea in generale, ossia in base alla dichiarazione ISEE.
Il Comune di Lodi è stato condannato alla rifusione delle spese processuali in favore di ASGI e NAGA che hanno presentato il ricorso.

La vicenda di Lodi è emblematica.
Io credo che qualunque cittadino, italiano o straniero, se può pagare la mensa del figlio e non lo fa, è giusto che venga perseguito. Ma qui si tratta di una vicenda che i magistrati ritengono discriminatoria perché ai cittadini stranieri viene chiesto di compiere un atto in più, che non è semplice.
Agli italiani si chiede di fare un’autocertificazione per gli adempimenti, che poi certamente potrà essere verificata, mentre agli stranieri si dice che non possono autocertificare nulla ma devono tonare nei propri Paesi d’origine per recuperare documenti che, nel caso di zone di guerra o di Paesi molto poveri, probabilmente non esistono neanche più.

Questo è un modo per escludere alcune famiglie dall’utilizzo di alcuni servizi.
Questo è il tema della discussione.
Tutti devono rispettare i doveri e la legalità ma non possiamo dire che gli stranieri che arrivano in Italia devono avere maggiori doveri rispetto agli altri cittadini perché altrimenti si crea davvero un atteggiamento discriminatorio.

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© Franco Mirabelli
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