Approvati emendamenti al Decreto Ristori per ridurre la popolazione carceraria

Ieri sera le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato tre degli emendamenti che avevamo presentato al Decreto Ristori per migliorare le misure già previste per ridurre la popolazione carceraria di fronte a una condizione di sovrappopolazione che rischia di favorire la diffusione del Covid.

Emendamenti proposti e sostenuti da molte associazioni, operatori e garanti, gli stessi soggetti che hanno lanciato in queste settimane l’allarme sui rischi di contagio che corrono detenuti, agenti e operatori negli istituti italiani.
In sostanza i tre emendamenti posticipano dal 30 dicembre al 31 gennaio, alla fine dello stato di emergenza, la scadenza delle norme già previste dal Decreto, compresa quella che consente di ottenere gli arresti domiciliari a chi deve scontare meno di 18 mesi e, soprattutto, si consente di restare “fuori” dal carcere fino al 31 gennaio ai detenuti che già hanno il permesso per lavorare all’esterno o altri permessi premio.
Così per 1.300 persone si apre la possibilità di non tornare a dormire in carcere.
È un risultato certamente inferiore a quello che volevamo ottenere ma, certamente questi emendamenti sono migliorativi.
Abbiamo insistito fino all’ultimo perché venissero approvati il rinvio dell’esecuzione delle condanne passate in giudicato per diminuire i nuovi ingressi e l’aumento di 30 giorni ogni 6 mesi dello sconto di pena per la buona condotta (oggi di 45 giorni).
Su questi emendamenti oltre alla contrarietà delle opposizioni non abbiamo ancora trovato un accordo in maggioranza.
Insisteremo e riproporremo queste norme nei prossimi provvedimenti.
I risultati ottenuti sono importanti ed utili ma sono ancora insufficienti di fronte alla consapevolezza di quanto sia necessario fare ogni sforzo per impedire la diffusione del virus negli istituti di pena.

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© Franco Mirabelli
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