1° tappa. San Siro - 7 maggio 2018
Qui a San Siro prende inizio un giro di incontri nei quartieri delle periferie milanesi, che avevo conosciuto e frequentato già da consigliere regionale.
Per verificare le condizioni in cui continuano a vivere decine di migliaia di milanesi e capire come è possibile dare una mano dalle istituzioni per migliorare la situazione.
Ieri sono stato a trovare Lucia Guerri e il comitato di San Siro. Persone straordinarie, piene di idee, che dedicano con spirito di servizio tanto del loro tempo al proprio quartiere e lo fanno in una situazione difficilissima affrontando con coraggio anche situazioni non facili.
Mi hanno raccontato le tante cose fatte e ottenute con grande caparbietà: dalla riapertura del laboratorio di quartiere, alla prossima apertura di un servizio, fortemente voluto dal comitato, per i malati psichici a cui sono stati assegnati lì molti alloggi senza la necessaria rete di assistenza. E mi hanno raccontato il lavoro che stanno facendo i ragazzi del politecnico e la passeggiata nel quartiere che hanno organizzato portando tante persone giovani, bambini e anziani a visitare i rifugi antiaerei che sono stati conservati. Mi hanno raccontato tante idee e tanti progetti.
Ci sono persone che si mettono a disposizione per il proprio quartiere ma il rischio è che le istituzioni non siano all’altezza, non riescano a fare la propria parte in maniera sufficiente per produrre un cambiamento.
In un quartiere in cui sono state censite 82 etnie diverse e in cui il tema dell’integrazione è decisivo si fa troppo poco per garantire che i bambini, per lo più figli di immigrati, vadano a scuola.
Il tema prioritario resta quello della legalità: insicurezze e paure crescono se si ha la sensazione di essere abbandonati dalle istituzioni e i vandalismi in piazza Selinunte o altrove, dove si distruggono gli arredi urbani, sono il modo con cui i delinquenti segnano il territorio e tutto ciò è strettamente legato alle occupazioni abusive.
Si continua a denunciare il problema eppure non diminuiscono. Anzi! Nonostante, l’impegno dei comitati, il racket continua a lucrare sulle occupazioni.
I soldi stanziati con la legge sull’emergenza abitativa, di cui sono stato relatore, per ristrutturare gli alloggi vuoti e consentirne la rapida assegnazione sono serviti, anche a San Siro, per sistemare decine di alloggi, ma se poi non si assegnano velocemente e vengono anch’essi occupati si rende quello sforzo inutile. E se, in violazione della stessa legge sull’emergenza abitativa - come mi raccontano - i fornitori di energia e gas continuano a fare i contratti a chi occupa, si aiuta chi occupa penalizzando gli abitanti regolari del quartiere e, soprattutto, chi avrebbe diritto a quelle case e non riesce ad averle.
Impedire le occupazioni, prevenirle, assegnare gli appartamenti vuoti, far rispettare le leggi, impedire il degrado intervenendo rapidamente, sono cose necessarie. Se non vengono fatte non è perché mancano le leggi o perché mancano i soldi, ma perché chi le deve fare non le fa. E allora vedere che la Lega, che da anni governa ALER, invece di far funzionare l’ente che ha la responsabilità di fare queste cose e che ha prodotto anni di degrado e inefficienze, specula sul disagio e l’insicurezza di cui ha la colpa, è la dimostrazione che non ha a cuore, come le donne del comitato di San Siro, la vita vera delle persone ma solo il facile consenso.
Hanno seguito questa tappa: