Bisogna trovare una risposta all'emergenza abitativa

Ringrazio il Presidente di ANCE e condividiamo le cose che ha detto in audizione. Credo, infatti, che quelli esplicitati siano i punti e l’impostazione su cui stiamo cercando di costruire la legge sulla rigenerazione urbana: bisogna fare in fretta a semplificare e a sburocratizzare e poi fare scelte coerenti rispetto ad una serie di obiettivi.

Condivido molto anche la lettura per cui il covid mette in evidenza la necessità di cambiare, sapendo che le città dopo il covid non saranno più come prima e non funzioneranno più come prima del covid e questo impone una serie di scelte, anche ragionando sulla rigenerazione urbana.
In particolare, sono molto d’accordo sul fatto che dobbiamo chiudere con una fase in cui, nelle città, l’urbanistica è stata pensata per aumentare, per espandere, per creare innanzitutto quantità urbanistica. Questo è molto giusto, però, temo che ci sia una questione che dobbiamo affrontare perché, se è vero che si deve chiudere una fase espansiva, è anche vero che alcuni problemi sono ancora tutti sul tavolo e non sono stati risolti nella fase espansiva ma esistono tuttora.
L’emergenza abitativa, ad esempio, è un problema che è ancora in campo e, in particolare, c’è una domanda abitativa che si è molto diversificata tra soggetti tra loro diversi (studenti, lavoratori che trascorrono solo una parte della propria vita nella loro città, famiglie che non hanno redditi sufficienti in molte realtà per garantirsi un’abitazione decente). So che Ance è sensibile al tema e vorrei capire se ha proposte su questo, nella consapevolezza che la chiusura di una fase di allargamento, espansiva e quantitativa non può farci evitare di affrontare una domanda come quella abitativa.

Intervento svolto in Commissione Ambiente del Senato durante l'audizione di ANCE nell'ambito della Legge sulla Rigenerazione Urbana: Video dell'intervento»

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© Franco Mirabelli
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