Ripartire dal rapporto diretto con le persone

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In una società che va sempre più disgregandosi e in cui stanno prevalendo disvalori che dividono anziché unire; in cui la rabbia e le paure vengono veicolate in un conflitto continuo, diventa difficilissimo governare le comunità e di cercare di far prevalere i valori della convivenza.
E, a mio avviso, potrebbe diventare ancora più difficile in futuro a causa delle norme contenute nelle proposte di legge del Governo che sono in cantiere.
Ma non è solo il futuro dell’Italia a destare preoccupazione: anche gli scenari europei che abbiamo di fronte si prospettano foschi.
Incontrando le persone, in questo giro nelle zone periferiche, mi è sempre più chiaro che c’è bisogno di costruire un progetto alternativo capace di dare speranza e rappresentanza a tutti coloro che a questa situazione non vogliono rassegnarsi.
Ecco, quindi, perché occorre lavorare per ricostruire un rapporto sentimentale con i cittadini, soprattutto nei quartieri popolari dove evidentemente non siamo riusciti rappresentare le istanze delle persone più in difficoltà, come avremmo voluto e dovuto.
Mi pare, dunque, importante la presenza, esserci, parlare con le persone e guardarle negli occhi, ascoltare i problemi e provare a dare risposte, mettersi a disposizione, cercare di esser di servizio al Paese e a chi ha più bisogno.
Questo è il compito per i prossimi mesi.
Credo che si debba ripartire da questo, dal rapporto diretto con le persone.