Ucciso per un sorriso e per mancanza di personale nei tribunali

Stefano Leo sarebbe stato ucciso per un sorriso: «Volevo uccidere una persona felice», avrebbe confessato l'assassino dopo essersi costituito. Un assassino che, però, avrebbe già dovuto trovarsi in carcere per una sentenza di condanna emessa in precedenza e mai applicata a causa di carenza di personale nel tribunale che avrebbe dovuto trasmettere gli atti.

Non penso che ci siano spiegazioni o giustificazioni plausibili per ciò che è accaduto a Torino. Capisco la reazione di un padre che ha perso un figlio, che considero una cosa profondamente innaturale già di per sé, poi in questo modo tragico diventa ancora più drammatica.
Da sempre conviviamo con persone che, al di là della nazionalità, possono commettere reati gravi, pensiamo ai femminicidi compiuti da uomini italiani magari anche istruiti che perdono la testa oppure si sentono nella legittimità di uccidere per un torto.
Queste cose accadono, bisogna affrontarle e soprattutto bisogna cercare di prevenirle. Sicuramente anche la carcerazione preventiva è un modo per prevenirle. Oggi la certezza della pena nel nostro Paese penso che ci sia un po’ di più rispetto al passato ma il “delitto dei Murazzi” è un caso eccezionale, c’è qualcuno che non ha fatto il proprio dovere, però, ci troviamo di fronte ad un episodio difficile da prevenire.

Si è detto che l’assassino non era stato incarcerato nonostante fosse già stata emessa una sentenza di condanna da scontare in carcere nei suoi confronti per altri reati perché c’è un problema di carenza di organico nel tribunale che non ha consentito di portare avanti le pratiche e questo è un problema serio.
In questi giorni ho fatto alcune visite in diverse Procure con la Commissione Parlamentare Antimafia e tutte hanno detto che proprio sul terreno degli uffici amministrativi nei tribunali, quota 100 rischia di creare dei problemi molto seri perché a fine anno si rischia di trovarsi con il 40% di personale amministrativo in meno che, per essere sostituito, ci sarà bisogno che venga indetto un concorso e che questo venga assegnato.
Nei prossimi mesi, quindi, rischiamo di trovarci con gli uffici giudiziari ancora più in difficoltà su questo.
Se per garantire la certezza della pena abbiamo bisogno di organici più consistenti nei tribunali dobbiamo sapere che questo è un problema e che episodi così drammatici, spesso, si spiegano anche in questo modo.
L’ultima volta che abbiamo aumentato il personale è stato nella scorsa legislatura: con l’ultima Legge di Bilancio varata si era cercato di colmare i vuoti sul personale nei tribunali.
In quel momento si è ricorsi alla soluzione di utilizzare molti lavoratori precari e poi ci sono stati Enti Locali che hanno messo persone a disposizione dei tribunali per svolgere alcune mansioni. In alcune realtà come Milano quel vuoto si è in parte colmato in questo modo, mentre in altre zone no.
Se non si prende subito un’iniziativa per riparare ai vuoti che quota 100 produrrà, ci saranno molti disservizi per i cittadini.

 

Video dell'intervento alla trasmissione tv di 7Gold»

Video dell'intervento riguardante le conseguenze di quota 100 sull'organico dei tribunali»

Video dell'intervento riguardante le conseguenze di quota 100 sull'organico della Pubblica Amministrazione»

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© Franco Mirabelli
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